“La 194 è una buona legge, una delle migliori al mondo”. A dirlo non è Pannella o la radicale Emma Bonino, o qualche figura storica del femminismo italiano. La frase è invece di Assuntina Morresi, cattolica, legata a Comunione e Liberazione, da anni impegnata meritoriamente sul fronte del diritto alla vita.

 

L’articolo è apparso il 29 novembre sul numero 48 della settimanale cattolico Tempi, e reca un titolo che non lascia spazio all’immaginazione: “Salvate la 194 dagli abortisti”. Dal che se ne ricava che la legge vigente in Italia è antiaborista (testuale nell’articolo) e che per difendere la vita nascente bisogna difendere la legge 194 e applicarla meglio. Non solo: chi si oppone alla legge è liquidato come “fondamentalista”.

 

Come si vede un capovolgimento totale della realtà anche da parte di  tanti cattolici. 

Da qui nasce l'esigenza di questo pieghevole, proposto nel 30° anniversario della 194 e diffuso già in 100 mila copie in tutta Italia.

Nella stampato si spiega a chiare lettere cos'è veramente la 194, legge che Giovanni Paolo II, nella sua Enciclica Evengelium vitae, non esita a definire "iniqua", " atto di violenza", "legge tirannica", "intrinsecamente ingiusta", ecc.

 

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Quando un abominevole delitto diventa un diritto
La 194 una legge di morte che ha legittimato, da quando è stata introdotta, l'uccisione per aborto di quasi sei milioni di innocenti.
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194: legge di morte

“Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio”.  No, non è una “dichiarazione universale dei diritti della mamma e del bambino”, ma è l’incipit della legge nel cui nome, in 37 anni, sono stati abortiti quasi 6 milioni di bambini.

Queste parole “tragicamente comiche”, come le definiva il grande Palmaro, sono solo un saggio dell’ipocrisia che contrassegna una legge che fu introdotta nel 1978 grazie alla propaganda menzognera fatta di numeri spropositati degli aborti clandestini e delle donne morte di aborto.

Quanto al contenuto poi, nella 194 tutto è oltraggiato: la scienza, la legge naturale, il diritto penale, la Costituzione, il buon senso. E’ un diabolico capovolgimento della Verità trasformare, attraverso eufemismi, sofismi e contorsioni lessicali, uno strumento per dare morte in un nobile progetto per la tutela della maternità e, addirittura, della Vita.

Sembra incredibile, ma è proprio alla forma così edulcorata della 194 che tanti cattolici, tra intellettuali e politici, si ispirarono per appoggiarla e ancora oggi si ispirano per esaltarla considerandola “buona”.

Ne è un esempio la frase citata sopra, “lo Stato… tutela la vita fin dal suo inizio” che ha indotto, anche preti, ad affermare: “la 194 è nata per difendere la vita fin dal suo concepimento”. Con 6 milioni di bimbi abortiti ci vuole coraggio!

Come pure c’è chi giura che la 194 “non è eugenetica”. Una plateale negazione della realtà di 4 mila bambini malformati abortiti ogni anno oltre i 90 giorni, in crescita esponenziale (+ 180% dal 1990), resa possibile da una delle manipolazioni formali di cui sopra. E’ bastato, infatti, scrivere che l’aborto oltre il primo trimestre è ammesso non per togliere di mezzo un bimbo malato, ma perché la sua malformazione procura alla donna un grave  pericolo per la sua salute psico-fisica. Il risultato mortifero non cambia, ma per gli estimatori della “buona legge” non conta.

Ma salta fuori anche una “194 dissuasiva dell’aborto” o che “la 194 non configura l’aborto come diritto” e ora, l’ultima perla: “per la 194 l’aborto è un reato”. Veder negare l’essenza stessa della 194 è decisamente troppo.